Itinerario Archeologico

Villa Romana del Casale – Piazza Armerina

È situata a 8 Km dall’azienda e rappresenta la più importante testimonianza romana in Sicilia. Gli scavi, iniziati nel 1929, hanno riportato alla luce una fastosa villa patrizia edificata tra la fine del III e l’inizio del IV sec. d.C., estesa su tre livelli per una superficie di 3500 mq, composta da oltre 40 ambienti artisticamente pavimentati a mosaico policromo. La Villa, dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, testimonia l’utilizzo della campagna quale centro di potere e fondamento dell’economia rurale dell’Impero d’Occidente, durante il periodo romano.

Scavi di Morgantina – Aidone

4 km da Aidone, 20 km dall’azienda, l’antica città di Morgantina, ubicata nell’area dei monti Erei, rappresenta una realtà storica di grande interesse. I suoi ruderi, scavati dal dopoguerra per iniziativa di archeologi svedesi finanziati da re Gustavo, e poi dalla missione archeologica di Princeton diretta dai proff. Siokwist e Allen, definiscono l’immagine di una collettività che seppe maturare un significativo rapporto di fusione tra la cultura sicula e la colonizzazione greca.
Per “rivivere” Morgantina è opportuno visitare il museo archeologico di Aidone, dove è possibile un’organica lettura dei reperti funzionale a quella della città. Entrando a Morgantina lungo l’antico asse viario cittadino si incontrano, sulla destra, gli edifici pubblici: la Recca, il Gimnasium, il Bouleuterion, l’Agorà, il macellum, l’ekklesiasterion, il teatro, dedicato a Dionisio e capace di contenere 5.000 spettatori, quale testimonianza del livello culturale della città. E ancora, il mercato costituito da numerose botteghe e, più lontano, i ruderi del santuario dedicato a Demetra e a Kore, la “Casa del saluto”, la “Casa di Ganimede”.
Le due fornaci, le tubazioni idriche, il sapiente adattamento urbanistico all’andamento del terreno collinare e i resti delle abitazioni nella periferia della città rendono testimonianza circa la consistenza della comunità di Morgantina e il suo grado di sviluppo socio-economico.

Parco minerario Floristella – Valguarnera Caropepe

È uno dei più importanti siti di archeologia industriale su scala nazionale. Un particolare museo all’aperto dove è documentata la produzione dello zolfo mantenuta ininterrottamente dal 1700 al 1980. Il palazzo Pennisi di Floristella, edificato come residenza stagionale dei proprietari della miniera, è il cuore del Parco minerario ed è considerato monumento della tradizione delle miniere di zolfo.

Montagna di Marzo – Piazza Armerina

Dall’acropoli in giù, Montagna di Marzo, offre l’immagine di una grande città pre-greca e romana. Il sito archeologico, sorto sulle vestigia di un antico villaggio indigeno, interagì con tutte le culture successive fino al medioevo attraverso la creazione di fabbriche artigiane, di necropoli e di nuovi insediamenti. Gli scavi hanno portato alla luce edifici e mura di origine greca, romana e bizantina. Il massiccio è alto 700 metri ed è ubicato a nord-ovest di Piazza Armerina a pochi Km dalla Masseria Bannata.

Area archeologica di “Cozzo Matrice” – Pergusa (EN)

A soli 13 Km dall’azienda, la zona collinosa prospiciente all’area nord del Lago di Pergusa ha restituito tracce di un insediamento fortificato risalente al VII-VI sec. a.C. (tarda età del rame), di una necropoli con tombe a camera scavate nella roccia e di un edificio arcaico. Nel corso di alcuni scavi sono stati reperiti,  inoltre, numerosi oggetti di particolare importanza, soprattutto corredi funerari indigeni, attualmente conservati presso il museo archeologico di Enna.

Necropoli di Rossomanno – Piazza Armerina

Situata a soli 3 Km dall’azienda, la necropoli di Rossomanno o più precisamente di Rocca Crovacchio risale all’età arcaica e presenta alcune tracce dell’abitato. Sulla sommità di Rossomanno si trova una costruzione di età medioevale detta ” Cunvintazzu”.

Villaggio Bizantino – Calascibetta

Un ambiente naturale incantato, una natura protetta e curata dall’uomo, testimonianze di monachesimo bizantino nella pietra, una culla del cristianesimo nel cuore della Sicilia: questo é il Villaggio Bizantino di Vallone Canalotto, sito a pochi km da Calascibetta.
L’abitato rupestre reca i segni, incisi nelle maestose pareti di roccia arenaria, della presenza di antichi abitanti dediti al culto cristiano, due oratori ne sono la testimonianza più evidente. Durante la visita si incontra una prima, grande caverna che testimonia la completa autonomia del nucleo cenobitico, al suo interno un palmento per la produzione di olio e vino, nelle pareti furono scavate innumerevoli nicchie per alloggiare gli utensili utilizzati nel processo produttivo.
Lungo il cammino si scopre un ambiente sacro: un oratorio, costituito complessivamente da tre grotte, la prima delle quali era riservata al culto e mostra nelle pareti piccole nicchie per alloggiare le lucerne che illuminavano la caverna. Di grande interesse il cosiddetto colombarium, soluzione architettonica funeraria in uso nell’Impero Romano; le nicchie infatti, ospitavano le urne cinerarie, per molto tempo  erroneamente considerate “spezierie”, poiché si riteneva che ospitassero vasi contenenti delle spezie. All’esterno di tali ambienti una vasca rettangolare, utilizzata probabilmente per officiare i riti del battesimo e, sullo sfondo, la splendida Valle del Morello con l’omonimo lago.
Proseguendo la visita si arriva al palmento sacro, alle varie tombe a grotticella artificiale (del periodo preistorico), a camera (età greco-arcaica), ad arcosolio e a fossa (periodo romano e tardo-antico), ancora visibili nella loro architettura originaria o trasformate e adattate ai vari usi dagli abitanti del luogo nel corso dei secoli.
Che il sito fosse un luogo ideale in cui insediarsi e condurre una vita prospera fu compreso anche dagli arabi, che in esso diedero prova delle loro abilità tecniche nell’ingegneria idraulica scavando un tunnel sotterraneo” il qanat” dal quale l’acqua scorre perpetua tra pareti ricoperte di capelvenere.
Più che un’escursione, la visita al sito archeologico di Vallone Canalotto é un’esperienza sensoriale: la rassicurante quiete di questi luoghi é  interrotta solo dal gracidio delle rane, dal frinire delle cicale e dal fruscio delle foglie delle maestose querce. Una vegetazione ricca e variegata impreziosisce la vallata di mille odori, soprattutto per la presenza alcune varietà di erbe aromatiche, adoperate anche nella cucina locale.

Itinerario Sagre & Riti

Gennaio
Valguarnera
La festa del bambino dell’anno.
Troina
Abbiata di Nuciddi.
Febbraio
Regalbuto
Carnival Street Food.
Barrafranca
Ruttura du pignattuni.

Marzo
Valguarnera
M’braculi.
Leonforte
Le tavolate di San Giuseppe.
Aprile
Enna
La processione del venerdì santo: “Gli incappucciati”.
Pietraperzia
Il Signore delle fasce.
In tutti i comuni
Processioni pasquali.

Maggio
Aidone
La festa di San Filippo.
Piazza Armerina
La festa di zazza veccia.
Giugno
Troina
La kubaita.
Catenanuova
Sagra del grano.

Luglio
Enna
Madonna della Visitazione.
Nicosia
Festa della montagna.
Gagliano Castelferrato
Processione dell’alloro.
Agosto
Aidone
Festa di San Lorenzo.
Nicosia
La gara del palio.
Nicosia
La sagra del castrato.
Piazza Armerina
Il palio dei Normanni.

Settembre
Calascibetta
Sagra del Buonriposo.
Villarosa
La festa dei campi.
Ottobre
Leonforte
La sagra del pesco.

Novembre
Villarosa
La Festa di “San Martino”: l’Osteria in piazza.
Agira
Sagra della “Cassatella” e le vie dei sapori ad Agira.
Nicosia 
Sagra dell’Ulivo e dell’Olio.
Dicembre
Pietraperzia
La sagra della “cuccìa”.
Barrafranca
Festa delle nuvere.
Valguarnera
Processione “U pagghiarolu”.
Calascibetta, Nicosia, Centuripe, Agira
Presepi viventi.

Itinerario Naturalistico

La Selva Pergusina

A 10 Km dall’azienda. Copre una superficie di 135 ettari rimboschiti con piante di pino, eucaliptus, cipresso, frassino, olmo e acero. Al suo interno, in appositi recinti, ospita esemplari di fauna autoctona rara, come l’istrice e il daino, ed alloctona, come il lama delle Ande. La selva domina il mitico lago di Pergusa. Da essa, salendo lungo una scala naturale, è possibile accedere a grotte preistoriche

I Laghi e le dighe

A 3 km dall’azienda, la provincia di Enna è ricca di laghi, meta di pescatori e di appassionati di sci nautico. Importanti sono il Lago di Pozzillo, quello di Ancipa e gli invasi artificiali dello Sciagnano, di Villarosa, le dighe Nicoletti e Olivo. Legato al mitico “Ratto di Proserpina”, il lago di Pergusa, a 10 km dall’azienda, ha ispirato per la sua bellezza i poeti dell’antichità. Privo di emissari e immissari, riceve l’acqua esclusivamente dal dilavamento piovano. Sede di mirabili fenomeni biologici, come l’arrossamento delle acque, è stato definito “lago di sangue”, è un importante luogo di sosta e di svernamento di uccelli migratori. Il luogo è attrezzato di impianti sportivi.

Il Parco Ronza

Confinante con l’Azienda. Area verde gestita dal Corpo forestale. Fino al 1950 di proprietà della famiglia Restivo, è divenuta meta privilegiata dei naturalisti. Le passeggiate tra i boschi di eucalipti, conifere e latifoglie consentono di incontrare daini, cervi, cinghiali e varie specie di uccelli. Vicino all’area del parco è possibile ammirare le incredibili pietre antropomorfe denominate “pietre incantate”, una sorta di “cerchio magico” che la fantasia popolare ha voluto attribuire a un sortilegio che pietrificò i protagonisti di una danza sabbatica. Altre aree di interesse naturalistico sono i boschi di Rossomanno e la Querceta di Calascibetta.

Escursioni nell’entroterra
  • Castello di Pietratagliata
  • Rossomanno- Grottascura- Bellia e Pietre Incantate
  • Parco Minerario Floristella- Grottacalda 
  • Via Sacra, Castello di Lombardia ed Esplorazione eno-gastronomica
  • Fundrò e la Via dei Mulini  
  • Vecchie miniere e ferrovie di montagna. Assoro
  • Montagna di Marzo e Lago Olivo
  • Monte Capodarso e valle dell’Imera meridionale
  • Visita a Calascibetta nota per la Necropoli di Realmese e per il Villaggio Bizantino.

 

Itinerario Castelli

Enna, Castello di Lombardia

È uno dei più importanti e articolati castelli medioevali esistenti in Sicilia. Era probabilmente la dimora di re sicano, marito di Demetra e padre di Persefone. Origini comunque antichissime quelle del castello, una delle più belle fortezze della Sicilia. Riportato in auge dagli Svevi, adattato alle esigenze del re Federico d’Aragona e poi abbandonato dai Borboni che preferivano le ville settecentesche alle austerità castellane (28 mila mq di superficie su venti torri edificate da normanni, oggi ne rimangono solo quattro, una di esse la “Torre pisana” che venne chiamata dagli arabi “torre delle aquile”).

Enna, Torre di Federico

Edificata su committenza di Federico II d’Aragona tra il 1300 e il 1306. Costituita da un unico grande vano a pianta ottagonale. La struttura muraria in pietra intagliata è interrotta dalla porta e da tre grandi stipiti anch’essi in pietra. L’intera architettura è conforme allo stile del ‘300 siciliano.

Piazza Armerina, Castello Aragonese

(XIV secolo) massiccio ed imponente, in perfette condizioni perchè più volte rimaneggiato per farne un carcere.

Aidone, Castello di Gresti o Pietratagliata

Edificato dai normanni, è un tutt’uno con la roccia su cui è fondato, in alto su una rupe. Definito “inespugnabile” dalla tradizione popolare, ospitò nel 1411 la Regina Bianca di Navarra. Nel corso della guerra del Vespro, il castello ospitò la guarnigione francese che perì durante l’assedio.

 Pietraperzia, Castello Barresi

Detto anche di Barresi, frutto dell’opera di maestranze islamiche, donato da Federico II alla famiglia Barresi. Visitabile in tutte le sue stanze ed adibito negli ultimi secoli a prigione.

Centuripe, Castello di Corradino

Edificato nel II secolo d.C., detto Castello di Corradino, fortilizio di età romana usato da Corrado Capace per difendere Centuripe dagli Svevi.

Leonforte, “U Castiddazzu”

Detto “U Castiddazzu”, anch’esso utilizzato per difendere il paese dagli Svevi.

Itinerario Storia & Miti

La Storia

L’intreccio affascinante di storia, leggende e mito definisce i contorni dell’inizio degli insediamenti umani nelle campagne ennesi. Si narra, infatti, che i Sicani, uomini laboriosi, fondarono 1300 anni prima della nascita di Cristo le città di Henna, Aidone e Morgantina. Le altre città, oggi facenti parte della provincia, furono fondate dai Siculi sopraggiunti in seguito. Più tardi tutte le comunità, nonostante le strenue resistenze degli abitanti, furono colonizzate dai Greci, dagli Arabi, dai Normanni, dai Lombardi, dagli Svevi, dagli Angioini e dagli Spagnoli. Un susseguirsi di dominazioni, una mescolanza di popoli, di lingue, di culture e di religioni diverse che diviene nel tempo un patrimonio culturale di grande ricchezza, nonostante la sofferenza degli indigeni. Poche le ribellioni, molte le carestie e le malattie che periodicamente decimarono le popolazioni. Nasce da qui, favorita soprattutto dai Normanni, l’ acclamazione dei diversi Santi protettori locali. Vi fu un pullulare di Santi in nome dei quali si svilupparono atti di vera e propria guerriglia urbana (Vedi G.Verga “La guerra dei Santi”).

La settimana Santa costituisce l’espressione più significativa della religiosità del popolo ennese, formalmente i riti pasquali si rifanno a quelli Spagnoli, ma, in realtà, se ne differenziano per l’impeto e il fervore legato alla cultura popolare del luogo.

Il Mito

I primi uomini giunti in provincia di Enna furono, verosimilmente troiani; qui fondarono villaggi, costruirono strade ed edificarono templi ai loro dei. Lavorando la terra e cacciando, divennero potenti e vollero consacrare la rocca più alta dei “Monti della lana” (gli Erei) a Cerere, dea propiziatrice dei raccolti onorata da tutte le genti di Sicilia. Attorno agli dei nacquero le prime leggende su semidei, su strani esseri metà uomini e metà animali, su ninfe e giganti. La credulità della gente e la fantasia di poeti e scrittori dell’antichità legarono un mito ad anfratti,  scogli, pietre e fonti.

L’entroterra della Sicilia diviene così il luogo del mito e della leggenda e ispira con i suoi misteri grandi pensatori e viaggiatori del passato: Cicerone, Goethe, Stendal e molti altri. Ma i miti per eccellenza sono “Il mito di Cerere” e “Il Ratto di Proserpina”, figlia di Cerere e di Giove, avvenuto a Enna per opera di Plutone, dio degli inferi, che spalancate le acque del limitrofo lago di Pergusa rapisce la fanciulla caricandola d’impeto sul cocchio trainato da quattro cavalli neri. Cerere, alla disperata ricerca della figlia, provoca carestie e siccità, cataclismi e improvvise inondazioni, sconvolgendo l’ecosistema. Un compromesso risolve il problema: Giove, interpellato dalla dea, stabilisce che Proserpina vivrà sei mesi con la madre sulla terra e sei mesi con il marito, negli inferi. Dal mito la nascita delle stagioni.